Il successo di un brand sul mercato è l’obiettivo di ogni impresa, ma in alcuni casi l’eccesso di successo può generare, sotto il profilo legale, il rischio di decadenza del diritto di marchio.
Termini quali aspirina, bikini, biro, cellophane, jeep, linoleum, ecc. – originariamente marchi – si sono “volgarizzati” diventando cioè parole comuni che identificano un genere di beni e non la loro prima fonte produttiva: tale esito costituisce un rilevante danno per il titolare del diritto venendo a perdersi la capacità distintiva, elemento fondamentale della sua validità e, contemporaneamente, può rappresentare per i concorrenti una straordinaria opportunità di ottenere la decadenza della privativa industriale.
Qualsiasi l’ottica di interesse – difesa o attacco di un diritto di marchio – è in primo luogo necessario svolgere una specifica attività di “internet brand intelligence” per comprendere la situazione in essere e i suoi “sintomi” peculiari: frequenza di citazione del termine/marchio come parola comune, oppure abbinato/non abbinato a indicazioni circa lo status (es. presenza di loghi ®, ™, “marchio registrato” , ecc.), frequenza di co-citazione del brand con la ragione sociale del titolare, presenza sulla Rete di interventi del Titolare o di suoi incaricati o aventi diritto finalizzati al chiarimento dello “status”, ecc.
Le metodologie e le soluzioni di “brand intelligence” di Convey sono in grado di generare, in tempi contenuti, report di analisi approfonditi a difesa o attacco di tali diritti IP: i risultati vengono documentati opportunamente in un dossier.